sabato 15 maggio 2010

Il Piano Casa e la domanda fantasma

Il bisogno c'è, la domanda meno. Leggo un recentissimo rapporto dell'ANCE, interessante per comprendere la situazione (non buona) del mercato. Il piano casa, sul quale erano state riposte molte delle nostre aspettative per la ripresa, non decolla ed effetti sostanziali sui livelli produttivi si potranno manifestare a quanto pare solo nel 2012 e 2013. La funzione anticongiunturale del piano casa è dunque mancata nell'immediato. Il valore delle gare pubblicate a gennaio 2010, inferiore del 10% rispetto all’importo delle opere bandite nel corrispondente periodo dell’anno scorso, e anche il mercato immobiliare è in forte contrazione. Nel 2009 le compravendite di abitazioni hanno subito una riduzione dell’11,3% rispetto al 2008 e tra il 2006 ed il 2009 il calo risulta del 30% in presenza di una sostanziale tenuta dei prezzi di vendita. La contrazione del mercato sta riportando i livelli di abitazioni compravendute a quelli osservati a fine anni ‘90.
Esiste, però, secondo gli studi ANCE, un fabbisogno potenziale di abitazioni non soddisfatto: con riferimento agli anni 2004-2008, il confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie fa emergere la mancanza di circa 350.000 abitazioni. Nell'attuale situazione economica e finanziaria, quindi, il fabbisogno stenta a trasformarsi in domanda. Secondo me quest'ultimo dato è assolutamente da analizzare. Se il fabbisogno c'è, nonostante la congiuntura dobbiamo trovare nuovi modi per farlo capire e stimolare la domanda; per questo servono prima di tutto a noi metodi nuovi, oppure catturare una nuova domanda di mercato differenziando la nostra offerta rispetto alla concorrenza.

venerdì 14 maggio 2010

Gli architetti di Roma contro il ‘pasticcio DIA’

Una norma pasticciata e sostanzialmente inutile”. Così l’Ordine degli architetti di Roma ha definito la modifica al Decreto Incentivi riguardante la DIA. E' rimasta inascoltata la proposta di modifica del CNAPPC per garantire la sicurezza degli interventi di manutenzione straordinaria.
Come prevedevo, la questione fa ancora discutere. Questa volta è il turno dei romani, che hanno lamentato il disagio di noi professionisti rispetto alla nuova procedura. Niente obbligo di collaudo né di verifica sulla conformità di una manutenzione edile straordinaria e niente attività di direzione lavori. Come già avevo scritto, la nuova procedura prevede solo che il proprietario trasmetta al Comune una relazione firmata da un tecnico abilitato prima dei lavori. Con il solo rischio di una spesa minima di 258 euro si può continuare a fare a meno del professionista... come se si pensasse che la sua prestazione valga meno.
Ora, la procedura sicuramente danneggia noi professionisti, ma uscendo dalle ripercussioni economiche per la categoria ci sono anche gli i rischi pratici, costruttivi e sociali di questa liberalizzazione: c'è un problema di qualità per la collettività, ma c'è anche il livello di qualità inteso in senso stretto: l'edilizia italiana secondo me è una grande edilizia nonostante tutto, quindi cerchiamo di salvaguardarne i meriti senza furbate.

giovedì 13 maggio 2010

DIA: cosa sta succedendo

Ricorrendo al voto di fiducia, il Governo ha ottenuto martedì il via libera di Montecitorio per le modifiche approvate dalle Commissioni al Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001) relativo alle attività di edilizia libera. La novità più importante riguarda la modifica gli interventi di manutenzione straordinaria.

Se il testo licenziato dalla Camera verrà condiviso dal Senato, sarà nuovamente necessario ricorrere ad un progettista abilitato per poter effettuare lavori di manutenzione straordinaria, non riguardanti parti strutturali dell'edificio, mentre l'articolo 5 attualmente in vigore (fino a fine mese, se ho ben capito) aveva esentato questi lavori da qualunque DIA. A quanto pare, fortunatamente chi non si avvarrà di un progettista rischierà delle multe (molto simboliche, comunque...), anche se poi i lavori potranno svolgersi senza la nostra direzione, liberamente. Cambio di marcia, quindi... Rimane una sorta di deregulation per le manutenzioni, ma in questo modo si garantisce l'incolumità delle persone rispetto alle "cavolate" che qualche individuo inesperto (o qualche amico del "calcestruzzo inpoverito")... E ritorna una qualche parvenza di tutela per i progettisti.
Tra parentesi anche le differenze tra le norme delle diverse regioni vengono annullate.Secondo me, non finisce qui.

mercoledì 12 maggio 2010

Certificazione energetica: Puglia

Pronto in Puglia il egolemento per la certificazione energetica degli edifici. Il Regolamento n. 10 del 2010 pubblicato sul Bollettino ufficiale del 10 febbraio (Burp n. 27), istituisce in Puglia l'Attestato di certificazione energetica. Un documento obbligatorio che la Regione, rilascerà su attestazione di un soggetto certificatore. Così gli edifici saranno classificati secondo una scala dalla quale dipenderà, come logica conseguenza, anche il valore dell'immobile.
Le nuove regole interessano un numero enorme di soggetti: i costruttori di un edificio, ma anche i proprietari degli appartamenti o i detentori, in pratica gli utilizzatori dell'immobile. Saranno applicate agli edifici di nuova costruzione e a quelli da ristrutturare, ad eccezione degli immobili considerati beni culturali e di quelli che secondo le norme urbanistiche possono essere sottoposti al solo restauro conservativo. Tra le altre eccezioni si annoverano anche i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali nei quali gli ambienti sono mantenuti a temperatura controllata per esigenze del processo produttivo. Allo stesso modo sono esclusi box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi.
Il nuovo iter procederà così: un tecnico accreditato dalla Regione valuta le prestazioni energetiche di un edificio e compila il certificato. Il documento deve essere inviato alla Regione (Assessorato allo Sviluppo economico) che lo valuta e gli assegna un numero, redigendo un attestato che sintetizza i dati della certificazione energetica. Da quel momento, cioè dalla data di emissione, l'attestato ha validità di dieci anni a meno che non vengano realizzate altre modifiche sull'immobile, che ne variano la prestazione energetica. In questo caso l'attestato dovrà essere aggiornato. In seguito alle nuove regole, l'Ufficio Energia dell'Assessorato allo Sviluppo economico darà vita al catasto energetico degli edifici che classificherà gli immobili in relazione alle prestazioni in materia di energia. Inoltre istituirà l'elenco dei "certificatori energetici" del quale potranno far parte professionisti che oltre al possesso dei titoli tecnico-scientifici e alle relative abilitazioni, devono dimostrare di aver svolto per almeno tre anni attività in alcuni settori legati all'energia. In alternativa dovranno seguire un corso di formazione della durata di 80 ore col superamento di un esame finale. Le nuove norme, che si integrano con i provvedimenti in materia di edilizia sostenibile promossi dall'Assessorato all'Urbanistica, sono state varate dopo aver ascoltato gli ordini, i collegi professionali e le associazioni di categoria ed entreranno in vigore a sessanta giorni dalla pubblicazione sul Burp.
[fonte: Edilio]