sabato 19 giugno 2010

Anci e Acri a nostro favore

Anci e Acri - Associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria, hanno firmato un Protocollo d'intesa per promuovere insieme l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e il risparmio energetico. L'obiettivo è stimolare lo sviluppo di progetti e iniziative diffondendo presso i propri associati le conoscenze e le modalità operative sviluppate individualmente nonché la realizzazione di attività congiunte. E' un atto di notevole importanza perché il tema del risparmio energetico è molto sentito dai Comuni Con il protocollo, che favorisce la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, Anci e Acri stimoleranno, presso le due compagini associative, Comuni e Fondazioni di origini bancaria, lo sviluppo di progetti e di iniziative per l'educazione e la formazione ambientale, la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e la promozione del risparmio energetico e dell'utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
Il fermento che noto nelle ultime settimane è davvero notevole, spero che si concretizzi al 100%. Il mese scorso abbiamo preso delle sonore delusioni con la questione delle manutenzioni straordinarie, ma per fortuna l'UE ha avuto un buon effettp stimolante nei confronti della nostra attività. Vediamo quanto tempo ci vorrà realmente, e intanto prepariamoci.

venerdì 18 giugno 2010

Italia quinta per appetibilità rinnovabili!

L'Italia si classifica nell'indice generale stilato da Ernst & Young al quinto posto nel mondo per attrattività negli investimenti in energie rinnovabili, guadagnando un punto con i piani per la costruzione dei più grandi parchi fotovoltaici d'Europa, in provincia di Rovigo per una capacita' di 72 Megawatt e a Montalto di Castro, per ben 85 Megawatt, e alla rilevante capacità di fotovoltaico già installato, pari a 1,2 Gigawatt. Rimane alta l'attesa per la seduta della conferenza Stato-Regioni, nel corso della quale saranno presentate le linee guida nazionali sulle energie rinnovabili, con l'obiettivo di armonizzare le procedure di autorizzazione oggi affidate alle singole regioni. Un inquadramento comune consentirebbe di accelerare l'intero processo, dalla richiesta all'installazione".
La Cina, rileva il rapporto, è ora, insieme agli Stati Uniti, la destinazione più attrattiva per gli investimenti in energie rinnovabili. La Cina ha guadagnato due punti negli indici per investimenti in energie pulite pari a 34,6 miliardi di dollari, quasi il doppio degli Stati Uniti, e nel 2009 è emersa come leader mondiale per capacità installata nell'eolico. il recente annuncio dell'Unione Europea relativo all'intenzione di ridurre del 30% entro il 2020 i livelli di emissione rispetto al 1990 è indice di un preciso impegno.

giovedì 17 giugno 2010

Il Tar della Puglia sui certificatori energetici

Il TAR della Puglia ha stabilito che la determinazione dei requisiti professionali e dei criteri di accreditamento per la qualificazione degli esperti a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, comportando la creazione di una nuova figura professionale, è di esclusiva competenza dello Stato: alle Regioni quindi compete solamente la disciplina di quegli aspetti che presentano uno specifico collegamento con la realtà regionale. In questo modo ha accolto il ricorso di alcuni Ordini degli ingegneri della regione verso la delibera che la Giunta regionale aveva emanato a novembre.
La Giunta aveva deciso che l'abilitazione degli ingegneri pugliesi fosse subordinata alla frequenza di uno specifico corso di formazione professionale riconosciuto dalla Regione Puglia ed al superamento di un apposito esame finale, che gli abilitati fossero iscritti in un apposito Elenco istituito presso gli albi professionali, che l'accreditamento avesse durata di cinque anni con successivo sostenimento di un ulteriore esame regionale per l'accertamento del livello di aggiornamento dei soggetti stessi; in più, l'accreditamento può essere ritirato dalla Regione in ogni momento nel caso di gravi inadempienze e carenze di eticità professionale. indubbiamente si trattava di procedure complesse e troppo restrittive, per quanto l'intento di evitare eccessive anarchie (vedi... alla voce manutenzioni) non era male.

mercoledì 16 giugno 2010

Ma il Ministro ha qualche dubbio...

Riguardo alle richieste dell'UE e al piano di azione nazionale, il Ministro dell' Ambiente Stefania Prestigiacomo però ha affermato che l'Italia non è assolutamente disponibile ad avvallare il passaggio unilaterale dal 20% al 30% di riduzione del C02 entro il 2020 ipotizzato dal Consiglio Ambiente della Ue, a differenza dei ministri dell'ambiente di Francia e Germania che hanno invece espresso un forte appoggio alla possibilità che la Ue decida sforzi supplementari. Ha detto: "Con il risultato di Copenaghen, è evidente che le condizioni per passare dal 20 al 30% non ci sono, il passaggio non è perseguibile oggi per via della crisi economica mondiale che colpisce duramente anche l'Europa. E' fuori dal mondo continuare a sentire proposte di passaggio in maniera unilaterale, sganciandolo addirittura dall'accordo e dal negoziato globale''. Se il consiglio andrà avanti su questa strada sarà destinato a dividersi. Ciò non significherebbe negare la necessità di andare avanti, ma di pensare ad una tempistica diversa.
Wwf, Greenpeace e Legambiente, sottolineano invece che la politica italiana, che si contraddistingue per una completa assenza di strategia e per provvedimenti contraddittori che stanno facendo perdere al paese tempo prezioso, sta producendo enormi danni, rischiando di far perdere il treno della ripresa verso una nuova economia: tale modello va corretto e non esportato a livello europeo. Ne è un esempio l'idea di tornare al nucleare: una fonte rischiosa, impopolare (secondo gli ultimi sondaggi il 67,7% degli italiani è contrario) e che farebbe sprecare tempo e risorse nella lotta contro i cambiamenti climatici. La crisi economica c'è (e questo è un dato a volte negato), ma mi chiedo se davvero non permetta di ipotizzare la via alle fonti alternative, che potrebbe essere sia un effetto che una causa.

martedì 15 giugno 2010

Cosa deve succedere nei prossimi 9 anni

Il Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili, risposta da tempo attesa alle direttive UE, è stato finalmente pubblicato in bozza; sarà posto in consultazione fino al 29 giugno, poi trasmesso alla Commissione europea. Nella bozza viene introdotto l'obiettivo per l'Italia di coprire entro il 2020 con le fonti energetiche rinnovabili il 17% dei consumi energetici nazionali, con la quota del 6,38% del consumo energetico del settore trasporti, del 28,97% per l’elettricità e del 15,83% per il riscaldamento e il raffreddamento.
L'apporto delle rinnovabili alla generazione elettrica dovrà quindi passare dal 16% a quasi il 29%, con l'idroelettrico che dovrà contribuire per l'11,49% dei consumi elettrici, seguito dall'eolico (6,59%, cioè dieci volte l'apporto attuale), biomasse (5,74%, pari al doppio), solare (3,1% rispetto all'attuale 0,01%), geotermia (2,05% contro l'attuale 1,5%).

[fonte: casaclima]

lunedì 14 giugno 2010

Ingegneri in protesta

A gran voce e unitariamente, tutti gli ingegneri italiani esprimono contrarietà al ddl “Riforma delle professioni intellettuali". Così in un comunicato, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri commenta la proposta di legge segnalando il rischio che il ddl possa essere “lesivo degli interessi della collettività”. E il ‘no’ è stato ribadito dall’Assemblea dei Presidenti degli Ordini Provinciali, riunitasi nei giorni scorsi a Roma proprio per approfondire la questione. “C’è soddisfazione perché dall’assise è emerso il completo accordo della base: tutti i 220.000 ingegneri italiani contrari alla proposta Siliquini e decisi a procedere come stabilito con il Ministro Alfano”. Numerose le criticità del “Testo unificato” della Siliquini, alcune intollerabili per gli ingegneri, emerse a seguito dell’approfondimento del Centro Studi del CNI ed analizzate in maniera puntuale dall’Assemblea dei Presidenti:
- la definizione di professione intellettuale che perde la fondamentale caratteristica di essere regolamentata;
- l’equiparazione tra i titoli formativi professionali e universitari;
- la interpretazione del ruolo degli attuali ordini assimilati ad associazioni;
- la costituzione di un consiglio nazionale indistinto di tutte le professioni che agirebbe in rappresentanza di interessi non più della professione ma dei professionisti;
- la nuova interpretazione del concetto di tariffa liberante derogabile;
- l’accorpamento in un unico albo dei tecnici per l’ingegneria sia degli attuali professionisti diplomati che dei laureati triennali con la conseguente eliminazione della sezione B degli attuali Ordini, in contrasto con quanto previsto dal DPR 328/2001;
- la confusione che si verrebbe a creare per la individuazione dei professionisti da parte della committenza circa il percorso formativo.
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Buona partita
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domenica 13 giugno 2010

L'Europa unica dell'energia?

Il Presidente del Parlamento Europeo Buzek ha incitato alla creazione di una nuova Comunità europea formata anche da un mercato unico per l'energia e una rete di distribuzione integrata, con un sistema di stabilizzazione dei prezzi e con un'enfasi sulle politiche d'innovazione. “Dobbiamo attuare la legislazione esistente, ma anche aggiungere più carne al fuoco” ha detto, chiedendo il sostegno dei governi nazionali a tale iniziativa. I punti principali sono l'interconnessione delle reti di distribuzione nazionali e la creazione di un fondo comune per la ricerca e lo sviluppo di fonti alternative e di gruppi d'acquisto di petrolio e gas da fornitori stranieri. Per il Presidente del Senato spagnolo Rojo Garcia l'energia può avere e avrà una forte influenza su come sarà rinnovata la struttura dell'Ue: “Esiste un reale bisogno per un tale progetto ed è urgente”. Rojo Garcia ha anche assicurato che la politica energetica dell'Unione sarà “sicura e pulita per il benessere dell'Ue e dei cittadini europei”, grazie a reti di distribuzione interconnesse e meccanismi di controllo di mercato più efficaci.
La sicurezza energetica è un elemento essenziale per garantire l'efficienza di un mercato unico per l'energia, e permetterebbe di evitare situazioni ormai da molte settimane sulle prime pagine dei giornali di tutti gli stati membri... Inoltre servirebbe, in strat up, un sistema di reti distributive integrato che avrebbe come effetto l'abbassamento dei prezzi energetici con immediato vantaggio per il consumatore europeo. Una migliore efficienza energetica migliorerebbe inoltre la competitività del settore, e i fornitori d'energia potrebbero così investire in fonti alternative.