sabato 29 maggio 2010

Come va il piano casa

Il bisogno c'è, la domanda meno. Leggo un recentissimo rapporto dell'ANCE, interessante per comprendere la situazione (non buona) del mercato. Il piano casa, sul quale erano state riposte molte delle nostre aspettative per la ripresa, non decolla ed effetti sostanziali sui livelli produttivi si potranno manifestare a quanto pare solo nel 2012 e 2013. La funzione anticongiunturale del piano casa è dunque mancata nell'immediato. Il valore delle gare pubblicate a gennaio 2010, inferiore del 10% rispetto all’importo delle opere bandite nel corrispondente periodo dell’anno scorso, e anche il mercato immobiliare è in forte contrazione. Nel 2009 le compravendite di abitazioni hanno subito una riduzione dell’11,3% rispetto al 2008 e tra il 2006 ed il 2009 il calo risulta del 30% in presenza di una sostanziale tenuta dei prezzi di vendita. La contrazione del mercato sta riportando i livelli di abitazioni compravendute a quelli osservati a fine anni ‘90.
Esiste, però, secondo gli studi ANCE, un fabbisogno potenziale di abitazioni non soddisfatto: con riferimento agli anni 2004-2008, il confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie fa emergere la mancanza di circa 350.000 abitazioni. Nell'attuale situazione economica e finanziaria, quindi, il fabbisogno stenta a trasformarsi in domanda. Secondo me quest'ultimo dato è assolutamente da analizzare. Se il fabbisogno c'è, nonostante la congiuntura dobbiamo trovare nuovi modi per farlo capire e stimolare la domanda; per questo servono prima di tutto a noi metodi nuovi, oppure catturare una nuova domanda di mercato differenziando la nostra offerta rispetto alla concorrenza.

venerdì 28 maggio 2010

Le regole per le manutenzioni straordinarie e i possibili rischi

Le modifiche alla regolamentazione delle manutenzioni straordinarie, di cui ho già scritto più volte, è realtà. L'ipotesi che, con il pagamento di una lieve sanzione amministrativa, sia possibile procedere alla indiscriminata regolarizzazione di tutti gli immobili realizzati abusivamente sul territorio nazionale (da alcune fonti quantificati in circa 1.500.000 edifici) mi lascia davvero perplesso.
Pur comprendendo la necessità dell'Esecutivo di reperire ingenti risorse economiche per la Manovra Finanziaria, il Consiglio Nazionale degli Architetti ha espresso la propria contrarietà verso possibili provvedimenti generici di sanatoria del patrimonio edilizio, realizzati in assenza di autorizzazione ed in contrasto con gli strumenti urbanistici.
Un eventuale "censimento degli immobili fantasma" oltre a premiare di fatto gli abusi e penalizzare invece chi, tra professionisti e committenti, ha operato nel rispetto delle regole e della collettività costituirebbe, un danno irreparabile per il territorio e per l'ambiente che costituiscono una delle principali risorse, anche economiche, del Paese. Al di là della ovvia richiesta di escludere gli immobili edificati abusivamente in aree di vincolo (paesistico, ambientale, geologico, sismico, ecc. ...) il Cnappc chiede che la procedura sia consentita soltanto per gli edifici che possono essere sanati dal punto di vista urbanistico, auspicando che per gli altri si proceda all'erogazioni di adeguate sanzioni. Secondo me, piuttosto, il Paese ha necessità di un "Piano Casa Evoluto" sul recupero delle periferie urbane che non solo sarebbe fonte di notevoli introiti ma consentirebbe anche una sostituzione edilizia consistente dAl contrario una possibile ennesima sanatoria determinerebbe, infatti, già nel medio periodo, una forte ulteriore incentivazione dell'abusivismo edilizio.

giovedì 27 maggio 2010

La nostra edilizia secondo la Guzzanti

Ho visto il film-documentario di Sabina Guzzanti, presentato al festival di Cannes. Che piaccia o non piaccia la Guzzanti, con il suo pensiero molto "di sinistra" e uno stile polemico che sfora nell’eccesso, Draquila mi ha fatto pensare. Per chi non lo sa, il contestato film racconta il post-terremoto all’Aquila, parlando molto di politica (ovviamente) e di emergenza ma anche di edilizia. Ecco perché ho ritenuto doveroso vederlo.
Mi ha molto impressionato un preciso momento in cui si racconta di alcuni complessi di nuovi case per gli sfollati. Si descriveva, con sufficiente dovizia, un intervento in cui si è scelto di creare prima di tutto una interessante piattaforma rialzata a norma antisismica sulla quale poi sono state costruite delle case, anch’esse con rigorosi sistemi a prova di terremoto. Opera pregevole, realizzata con il concorso di più imprese. La Guzzanti specificava però due cose, che sono indubbiamente vere. La prima è che quest’opera è stata realizzata non nel territorio aquilano a rischio ma al di fuori: su terreno di per sé giudicato esente da rischio sismico sul quale potevano costruirsi case “normali”. La seconda è che era superfluo costruire su una piattaforma antisismica delle case antisismiche. in questo modo, si è creata una zona abitabile triplamente antisismica che certamente ha beneficiato l’eccellenza dei costruttori partecipanti, ma ha rappresentato uno spreco di denaro pubblico all’interno di una situazione in cui ci sono ancora tantissimi investimenti da fare.

mercoledì 26 maggio 2010

Geotermica: conviene?

L'energia geotermica offre quindi notevoli vantaggi, sia dal punto di vista economico che ambientale e sociale:
•è una fonte di energia pulita e rinnovabile
•è indipendente dal prezzo dei combustibili fossili e non viene importata
•è pulita poichè non emette CO2
•non ha impatto ambientale poiche' non ci sono installazioni visibili all'esterno.
•praticamente non necessita di manutenzione, i costi di gestione risultano più che dimezzati rispetto ad impianti tradizionali
•l' impianto è del tutto silenzioso, totale assenza di odori ed emissioni in atmosfera
•fornisce riscaldamento, acqua calda e raffreddamento tutti i giorni dell'anno i qualsiasi ora del giorno e della notte
•è un tipo di risorsa flessibile ed ha molteplici campi di applicazione, dalle abitazioni, agli usi industriali
Il limite principale allo sviluppo di questa applicazione, pur estremamente vantaggiosa sotto molteplici aspetti, è costituito dall'investimento iniziale richiesto, necessario per le perforazioni nel terreno e la posa delle sonde geotermiche a profondità spesso piuttosto rilevanti. Nonostante ciò il ricorso all'energia geotermica rimane una soluzione senz'altro conveniente, con tempi di rientro dall'investimento assolutamente favorevoli, grazie ai bassissimi costi di gestione e ai costi azzerati per il combustibile.

martedì 25 maggio 2010

Alternative: geotermia

La geotermia rappresenta lo sfruttamento del calore presente all'interno del nostro pianeta per produrre energia. Il grande calore primordiale della formazione terrestre, a miliardi di anni di distanza, è racchiuso nelle profondità del pianeta e continua a scaldare il sottosuolo con un gradiente di temperatura approssimativamente di 3 °C ogni 100 metri di profondità.In alcune zone, a causa di conformazioni particolari della crosta terrestre o di anomalie vulcaniche, questa differenza di temperatura può essere maggiore e raggiungere temperature molto più alte a profondità inferiori; in queste zone l'energia può essere facilmente recuperata dal terreno.L'energia geotermica è quindi una fonte inesuaribile e rinnovabile.
La tipologia più evidente di sfruttamento dell'energia geotermica sono le centrali a vapore per la produzione di energia elettrica (ad esempio quelle di Larderello) o lo sfruttamento del calore in grandi centrali per il teleriscaldamento; tuttavia l'avvento di tecnologie più avanzate permette adesso anche lo sfruttamento dei cosiddetti sistemi a bassa entalpia, ovvero il ricorso alla geotermia anche su scala molto più piccola, a livello residenziale e di singola unità immobiliare, abbinando il calore ottenuto da sonde geotermiche collocate nel terreno con pompe di calore sempre più efficienti, sistemi che permettono di riscaldare e raffrescare gli edifici con un unico impianto, assicurando un alto grado di rendimento sull'arco dell'intera stagione.

lunedì 24 maggio 2010

Alternative: eolica

L'energia eolica è la più antica fonte rinnovabile utilizzata dall'uomo, che già nell'antichità il vento per molteplici usi dalle vele delle navi fino ai mulini. Con l'avvento delle moderne tecnologie si è reso possibile trasformare l'energia cinetica del vento in altre fonti energetiche, principalmente in energia elettrica, attraverso apparecchiature denominate aerogeneratori. Essi si differenziano per grandezza e tipologia e sono in grado di soddisfare una vasta gamma di esigenze e fabbisogni: dalla ricarica di batterie, nel caso dei modelli più piccoli, alla singola abitazione fino agli impianti più grandi, con torri alte oltre 50 m, che possono coprire il fabbisogno di 500 - 1000 famiglie. Poichè il vento è un fenomeno non costante, sia come intensità che come direzione, è necessario un preliminare studio del territorio e dell'ambiente circostante per stimare al meglio le possibilità di installazione e di resa di un impianto; lo studio si effettua con anemometri e le rilevazioni devono durare almeno un anno, da tali dati si rileva anche quale tipo di aerogeneratore è più adatto a tale sito.
Gli aerogeneratori hanno un impatto visivo rilevante, è necessario quindi uno studio approfondito del contesto e una scelta accurata della forma e dei colori. La rotazione delle pale del rotore, in più, specialmente per gli impianti più grandi, costituisce una fonte di rumore per l'ambiente circostante, che può essere comunque ridotto sensibilmente adottando adeguati profili delle pale e insonorizzando i componenti meccanici interni alla struttura. L'energia eolica è una fonte di energia estremamente pulita, che consente di abbattere in modo considerevole le emissioni di anidride carbonica e di tutti gli inquinanti legati all'uso dei combustibili fossili;  anche i costi degli impianti sono in diminuzione: le condizioni sono favorevoli.

domenica 23 maggio 2010

Alternative: solare

L'energia del Sole è la fonte primaria di energia presente sul nostro pianeta ed avrebbe addirittura le potenzialità per ricoprire diverse volte il fabbisogno energetico globale. I modi in cui questa energia viene sfruttata sono innumerevoli, fino alla conversione in energia elettrica con il fotovoltaico che abbiamo già visto, oppure in energia termica attraverso collettori solari che permettono di riscaldare fluidi.
I collettori solari, ovvero gli elementi atti a trasformare, con la maggiore efficienza possibile, la radiazione solare incidente in energia disponibile, possono far ricorso a varie tecnologie e sono generalmente suddivisi in tre classi, in funzione della temperatura che viene raggiunta dal fluido termovettore:
Dal punto di vista delle tecnologie utilizzate per la costruzione dei collettori solari si possono avere numerose soluzioni, tra le quali le più diffuse:
•collettori piani - sono i più utilizzati grazie al conveniente rapporto qualità prezzo; il rendimento in inverno e nei momenti di ridotta insolazione ha però un calo brusco. Sono costituiti da un involucro isolato termicamente, solitamente coperto sul lato superiore da un vetro protettivo, sul cui fondo è installata la piastra captante, sulla quale sono saldati i tubi al cui interno circola il liquido termoconvettore
•collettori a tubi sottovuoto - soluzione più evoluta della precedente, a maggior costo, permette una maggiore efficienza, anche in inverno. Questi pannelli sono costituiti da tubi in vetro sottovuoto, generalmente montati su specchi concentratori, contenenti al loro interno l'assorbitore e le tubazioni per la circolazione del fluido termovettore.
•collettori a concentrazione - questi sistemi sono senza dubbio i più avanzati tecnologicamente, specialmente nelle versioni ad inseguimento, e sono in grado di sfruttare al massimo l'energia captata. Sono composti da specchi in grado di concentrare la radiazione solare e da sistemi di accumulo termico solitamente a media o alta temperatura.
•collettori ad accumulo - rappresentano la soluzione più semplice ma da soli non bastano; in genere sono costituiti da un serbatoio di accumulo dell'acqua accoppiato direttamente ad un collettore piano.Sono quelli generalmente adottati per uso domestico.