giovedì 27 maggio 2010

La nostra edilizia secondo la Guzzanti

Ho visto il film-documentario di Sabina Guzzanti, presentato al festival di Cannes. Che piaccia o non piaccia la Guzzanti, con il suo pensiero molto "di sinistra" e uno stile polemico che sfora nell’eccesso, Draquila mi ha fatto pensare. Per chi non lo sa, il contestato film racconta il post-terremoto all’Aquila, parlando molto di politica (ovviamente) e di emergenza ma anche di edilizia. Ecco perché ho ritenuto doveroso vederlo.
Mi ha molto impressionato un preciso momento in cui si racconta di alcuni complessi di nuovi case per gli sfollati. Si descriveva, con sufficiente dovizia, un intervento in cui si è scelto di creare prima di tutto una interessante piattaforma rialzata a norma antisismica sulla quale poi sono state costruite delle case, anch’esse con rigorosi sistemi a prova di terremoto. Opera pregevole, realizzata con il concorso di più imprese. La Guzzanti specificava però due cose, che sono indubbiamente vere. La prima è che quest’opera è stata realizzata non nel territorio aquilano a rischio ma al di fuori: su terreno di per sé giudicato esente da rischio sismico sul quale potevano costruirsi case “normali”. La seconda è che era superfluo costruire su una piattaforma antisismica delle case antisismiche. in questo modo, si è creata una zona abitabile triplamente antisismica che certamente ha beneficiato l’eccellenza dei costruttori partecipanti, ma ha rappresentato uno spreco di denaro pubblico all’interno di una situazione in cui ci sono ancora tantissimi investimenti da fare.

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