lunedì 14 giugno 2010

Ingegneri in protesta

A gran voce e unitariamente, tutti gli ingegneri italiani esprimono contrarietà al ddl “Riforma delle professioni intellettuali". Così in un comunicato, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri commenta la proposta di legge segnalando il rischio che il ddl possa essere “lesivo degli interessi della collettività”. E il ‘no’ è stato ribadito dall’Assemblea dei Presidenti degli Ordini Provinciali, riunitasi nei giorni scorsi a Roma proprio per approfondire la questione. “C’è soddisfazione perché dall’assise è emerso il completo accordo della base: tutti i 220.000 ingegneri italiani contrari alla proposta Siliquini e decisi a procedere come stabilito con il Ministro Alfano”. Numerose le criticità del “Testo unificato” della Siliquini, alcune intollerabili per gli ingegneri, emerse a seguito dell’approfondimento del Centro Studi del CNI ed analizzate in maniera puntuale dall’Assemblea dei Presidenti:
- la definizione di professione intellettuale che perde la fondamentale caratteristica di essere regolamentata;
- l’equiparazione tra i titoli formativi professionali e universitari;
- la interpretazione del ruolo degli attuali ordini assimilati ad associazioni;
- la costituzione di un consiglio nazionale indistinto di tutte le professioni che agirebbe in rappresentanza di interessi non più della professione ma dei professionisti;
- la nuova interpretazione del concetto di tariffa liberante derogabile;
- l’accorpamento in un unico albo dei tecnici per l’ingegneria sia degli attuali professionisti diplomati che dei laureati triennali con la conseguente eliminazione della sezione B degli attuali Ordini, in contrasto con quanto previsto dal DPR 328/2001;
- la confusione che si verrebbe a creare per la individuazione dei professionisti da parte della committenza circa il percorso formativo.
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Buona partita
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