mercoledì 16 giugno 2010

Ma il Ministro ha qualche dubbio...

Riguardo alle richieste dell'UE e al piano di azione nazionale, il Ministro dell' Ambiente Stefania Prestigiacomo però ha affermato che l'Italia non è assolutamente disponibile ad avvallare il passaggio unilaterale dal 20% al 30% di riduzione del C02 entro il 2020 ipotizzato dal Consiglio Ambiente della Ue, a differenza dei ministri dell'ambiente di Francia e Germania che hanno invece espresso un forte appoggio alla possibilità che la Ue decida sforzi supplementari. Ha detto: "Con il risultato di Copenaghen, è evidente che le condizioni per passare dal 20 al 30% non ci sono, il passaggio non è perseguibile oggi per via della crisi economica mondiale che colpisce duramente anche l'Europa. E' fuori dal mondo continuare a sentire proposte di passaggio in maniera unilaterale, sganciandolo addirittura dall'accordo e dal negoziato globale''. Se il consiglio andrà avanti su questa strada sarà destinato a dividersi. Ciò non significherebbe negare la necessità di andare avanti, ma di pensare ad una tempistica diversa.
Wwf, Greenpeace e Legambiente, sottolineano invece che la politica italiana, che si contraddistingue per una completa assenza di strategia e per provvedimenti contraddittori che stanno facendo perdere al paese tempo prezioso, sta producendo enormi danni, rischiando di far perdere il treno della ripresa verso una nuova economia: tale modello va corretto e non esportato a livello europeo. Ne è un esempio l'idea di tornare al nucleare: una fonte rischiosa, impopolare (secondo gli ultimi sondaggi il 67,7% degli italiani è contrario) e che farebbe sprecare tempo e risorse nella lotta contro i cambiamenti climatici. La crisi economica c'è (e questo è un dato a volte negato), ma mi chiedo se davvero non permetta di ipotizzare la via alle fonti alternative, che potrebbe essere sia un effetto che una causa.

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